Mi si chiede spesso cosa sia il talento. Inclinazione, predisposizione, dote?
Chiedo aiuto all’etimologia per ravvisarne un significato più antico e meno abusato:
“ta-lèn-to: abilità naturale, inclinazione, desiderio; ma anche, nell’antica Grecia, unità di peso. Dal greco infatti tàlanton, significava unità di peso e somma di denaro, poiché la moneta stessa era metallo prezioso: un talento, ad Atene, corrispondeva a più di venti chili d’argento. Una ricchezza grave, quindi massiccia.”
Dunque il talento è una ricchezza, una dote.
“… Se ne è naturalmente provvisti, e se non c’è non si può imparare – è inclinazione più profonda di una capacità, più radicata di una passione, più caratterizzante di una maniera, per poter essere riprodotta o finta.”
Talento, dunque, non è semplice qualità, ma un dono, un’inclinazione naturale che richiede però di essere riconosciuta e valorizzata. Se il talento è un bene innato spetta a noi, tuttavia, favorirne le condizioni affinché questo si realizzi. È il suo investimento, l’impiego che se ne fa, a sprigionarne il valore, e questo processo richiede consapevolezza, tempo e impegno; ma anche l’ambiente deve essere favorevole per tradursi in risultati tangibili ed è proprio qui che si inserisce la figura dell’insegnante, del mentore, del talent scout, che, in precise circostanze, è in grado di intuire le inclinazioni e la predisposizione di un individuo per valorizzarle e portarle a compimento.
Essere una persona di talento significa anche essere coraggiosi. Non basta, infatti, avere capacità e idee: serve anche il coraggio di esprimerle. Avere talento creativo vuol dire possedere l’audacia di esplorare nuove strade, le proprie, ma anche di guardare oltre, con prospettiva, avere l’ardire di sognare, di rischiare e saper coinvolgere altre persone nei propri progetti.
In questo contesto diventa difficile distinguere un’ idea talentuosa da un’ idea geniale; credo tuttavia che la genialità sia, per il più delle volte, creare dal nulla, mentre il talento è la capacità di rimodulare l’esistente. Oggi ancora di più il vero talento consiste proprio nell’essere in grado di rimodellare e aggiornare continuamente le proprie attitudini con grande velocità ed elasticità, coniugando con successo molteplici attività e interessi.
Essere una persona di talento significa acquisire competenze e sapere specifici, avere la curiosità e la passione di continuare ad esplorare ed imparare. Apprendimento, studio, esperienza, sono queste le chiavi per diventare artisticamente imprevedibile.
Trovare soluzioni ibridando ambiti molto diversi tra loro; rimettere in gioco se stessi e le proprie posizioni attraverso il confronto con gli altri; non accettare che nulla sia “impossibile solo perché non si è mai fatto prima”.
In quest’ottica, è necessario espandere i propri orizzonti culturali quanto più possibile, comunicando e cooperando con realtà diverse e nutrendo la propria curiosità anche al di fuori del proprio ambito. In un sistema in cui tutto tende a standardizzarsi , solo l’inventiva, la fantasia e la curiosità possono fare la differenza. Nel corso degli anni ho incontrato alcuni giovani creativi di talento e ho notato che normalmente si contraddistinguono per alcune caratteristiche: un senso di inadeguatezza che li spinge sempre verso un auto-miglioramento, un senso di urgenza per cui il momento giusto è sempre “adesso”, un’ innata disponibilità al cambiamento e un atteggiamento “no problem” rapido e ottimista nel trovare soluzioni.
Sono individui che possiedono una “visione” e nello stesso tempo tengono i piedi saldamente ancorati a terra. Tra i tanti progetti visionati negli anni, i migliori, i più originali, sono stati senz’altro quelli che presentavano un aspetto di autenticità. Un lavoro sincero, infatti, che attinga dal nostro pensare, è rinnovabile, potrà crescere ed evolversi naturalmente, poiché è il risultato di ciò che siamo e sappiamo. In una parola ci rappresenta anche nelle nostre personali evoluzioni umane e professionali.
È fuori di dubbio che il talento non appartenga solo ai creativi. Appartiene ad ogni professione e ruolo; sarti, tagliatori, modellisti, sono attività tradizionali, antiche; la creazione di un prodotto di eccellenza, durevole nel tempo e di altissima qualità, per esempio, sarà spesso affidato alle loro mani e sarà il loro talento a dare forma e concretezza alle idee. Bisogna, dunque, essere capaci di riconoscere non solo il proprio talento, ma saper valorizzare quello altrui per realizzare ciò che si desidera.
Non ultimo il talento necessita anche di opportunità. Le aziende giocano un ruolo determinante perché questo processo possa concretizzarsi. Coloro che hanno talento rappresentano il “vero motore delle aziende”, sono loro gli innovatori assoluti, gli abili pionieri nel trovare soluzioni inconsuete. Allo stesso tempo un creativo di talento è capace di condividere i valori dell’azienda, portando un valore aggiunto in termini di idee e competenze, creando, all’interno della stessa, un impatto positivo.
Un augurio per tutti coloro che stanno intraprendendo un percorso di formazione o per fare il loro ingresso nel mondo del lavoro: siate sempre felicemente insoddisfatti.